LA FORMAZIONE DI
PRANDELLI BATTE LA GERMANIA 2-1 CON DOPPIETTA DI MARIO. AL 90' IL GOL DEI
TEDESCHI SU RIGORE CON OZIL. GLI AZZURRI HANNO DOMINATO. DOMENICA CONTRO LA
SPAGNA
La memorabile notte di Mario Balotelli, il ragazzo italiano con la
pelle scura, si sovrappone e s'incrocia alla memorabile notte della squadra
azzurra, implacabile nel martellare la solita storia contro i tedeschi: meglio
noi, al punto che si potrebbe parafrasare la famosa battuta, «il calcio è quello sport che si gioca
undici contro undici e alla fine vincono i tedeschi solo se non incontrano gli
italiani».
Una prova senza sbavature, praticamente perfetta a parte il rigore
concesso in extremis ai bianchi, per dare un po' di scossa alla finale già
raggiunta, per metterla almeno un po' in dubbio: cosa che non è mai riuscita
alla Germania, inferiore dal primo all'ultimo istante. Mario Balotelli l'ha
stroncata con una doppietta in sedici minuti, vantaggio di testa e raddoppio di
piede, poi la sua fotografia che sarà l'icona dell'Europeo: il centravanti
immobile in area, una statua lucida e nuda con la faccia da finto cattivo. Poi,
il bellissimo abbraccio tra Mario e la sua mamma italiana: e sarà pure da
ingenui pensarlo e forse anche scriverlo, però immagini del genere fanno
pensare che un mondo migliore è possibile.
Persino in Italia, dove tanti «g2», gli italiani di seconda generazione,
devono passare nella strettoia della Bossi-Fini, e dopo avere compiuto 18 anni
faticano ad avere il permesso di soggiorno, il passaporto e i più elementari
diritti di cittadinanza. Mario Balotelli ha fatto gol anche a nome loro.
E' stata una grandiosa vittoria corale, un capolavoro tecnico, tattico
ed emotivo, e dire che gli azzurri temevano di essere troppo stanchi dopo
supplementari e rigori contro gli inglesi. Invece, con la superfavorita
Germania è stato persino più comodo. E adesso ci aspetta la Spagna, domenica a
Kiev, la potenza campione d'Europa e del mondo. L'abbiamo già affrontata e non
ci ha battuto, anzi con noi ha rischiato di perdere. E nella semifinale contro
i portoghesi s'è capito che le furie rosse stavolta sono un po' meno infuriate:
poterle battere non è solo un sogno, anzi.
La Repubblica, Maurizio Crosetti
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