sabato 16 giugno 2012

OPERE PUBBLICHE, TRA SOGNO E REALTÀ…



Il Sindaco indossa i panni del demiurgo e si attribuisce la paternità di una lunga serie di opere pubbliche chiaramente programmate, progettate e realizzate negli anni precedenti il Suo ingresso a Palazzo Meomartini. Probabilmente la vicinanza dell’ex sindaco Peloso lo ha condotto in errore causandogli questo lapsus…

In verità, gran parte delle opere citate risultavano rea-lizzate 2 anni orsono o prima. Le altre, completate o appal-tate negli ultimi tempi, risalgono  a progetti esecutivi» finanziati dal 2002 (zona industriale con progetto anco-ra in lire…), al 2004-2008 (il 5° ed il 6°  lotto del Centro Sportivo Polivalente, Bosco Galizzi, via Alfonso Maria de' Liguori, etc.) come si può facilmente evincere dai car-telli informativi apposti sui cantieri, oltreché negli atti ufficiali del Comune.
 Appropriarsi del frutto dell’ingegno e del lavoro di altri crediamo sia poco corretto. In ogni casoSignor Sindaco, Le saremmo davvero grati se ci presentasse un progetto, un’opera, un finanziamento ottenuto ad oggi dalla Sua amministrazione. Anzi La sfidiamo a presentarli alla cittadinanza in un pubblico dibattito. Si badi però che non potrà «rileggere» la nenia riportata nella lettera, ma dovrà provare, con documenti ufficiali, i progetti esecutivi finanziati nei 26 mesi del Suo governo di Reino. Dagli atti del Comune non risulta un sol euro intercettato dalla Sua Amministrazione, a prescindere dal livello delle fonti di finanziamento, siano esse locali, re-gionali, nazionali o europee.

Accusa anche l’ex sindaco Calzone di aver contratto una serie di «inutili mutui» per la realizzazione di un lungo elenco di opere, le stesse di cui poi Lei riven-dica la paternità! È questo un passaggio che francamen-te ci risulta arduo capire! Non Le sembra di cadere in contraddizione?

Tuttavia, Signor Sindaco Le riconosciamo una particolare sensibilità nell’arredamento urbano del nostro paese.

Chi di noi non ha goduto del-la comodità e dell’ergonomia delle panchine di piazza Meomartini, degne del MoMA di New York, o degli alle-stimenti botanico-floreali ap-parsi per le nostre strade la cui grazia richiama alla men-te i celebri giardini pensili dell’antica Babilonia?!

Sappiamo anche come il merito di questi arredi sia da attribuire all’arte del celebre
Fidia nostrano, l’avvelenatore di pozzi, l’architetto noto ai suoi colleghi per la capacità di «subentrare» negli altrui lavori, specialmente quando si tratta di passare alla cassa …
  

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